IL CASTELLO DEL CARMINE
Il castello del Carmine, la cui costruzione risale al 1382 per volere di Carlo di Durazzo, serviva a consolidare ad oriente il sistema difensivo della città, fu chiamato "Sperone" per la sua pianta concepita con questa forma. Nato esclusivamente con scopi militari, il castello non fu dotato di alcun elemento sontuoso, ma solo di forti torri cilindriche, di un elevato torrione e di merlate mura perimetrali costituite da robusti blocchi di piperno. Notevolmente ampliato durante il periodo vicereale fu espugnato dal popolo durante la rivolta di Masaniello. Nel periodo 1740-49, con la definizione dei nuovi assi di comunicazione verso i paesi vesuviani ed il rifacimento della zona portuale, fu costruita lungo il litorale napoletano, dal Molo Piccolo al Carmine, la "Strada Nuova" (oggi via Nuova Marina), cosa che implicò l'abbattimento di tutte le mura verso il mare; la strada, che consentì un più agevole collegamento lungo tutta la fascia costiera orientale della città, fu eseguita all'architetto militare Giovanni Bonpiede, che elevò il livello stradale, lo ricoprì con lastroni di lava del Vesuvio, piantò una doppia fila di salici per l'ombra e pose a distanze regolari dei sedili di pietra per il riposo dei viandanti. Nel 1799 il Castello del Carmine, occupato dalle truppe francesi; fu assalito da turbe dei popolari che issarono la bandiera borbonica e lo ricedettero ai francesi solo dopo strenua resistenza; alcuni mesi dopo, con 1'arrivo dei sanfedisti del cardinale Ruffo di Calabria, le stesse turbe lo assaltarono nuovamente, cacciando via i Francesi e attuando una feroce vendetta contro i repubblicani napoletani che vi si erano rifugiati. Il Castello fu trasformato immediatamente in carcere e per primi vi furono imprigionati molti dei martiri della repressione della Rivoluzione; l'edificio mantenne la funzione di penitenziario per tutto il periodo borbonico (rimangono ancora le cancellate alle finestre nel tratto aragonese rimasto). Nel 1860 il castello cambiò solo leggermente la sua funzione, diventando carcere militare; da questa data si assiste al suo progressivo smantellamento.
Nel 1864 fu demolita la porta del Carmine, unitamente alle torri che la fiancheggiavano, per la decisione del Municipio di operare lavori di ampliamento della sede viaria (attraverso la copertura dei fossati) dell'attuale corso Garibaldi, e per allargare il passaggio tra quest'ultimo e la piazza del Mercato Nel 1906, passato miracolosamente indenne il Risanamento, fu invece quasi completamente abbattuto ancora per far posto al rettilineo di Corso Garibaldi, nonché per essere sostituito dal panificio militare (caserma G. Sani; al suo interno sembra rimangano alcuni resti del castello).
L'ultimo intervento, pochi decenni dopo, per l'allargamento della via Nuova Marina, comportarono un ulteriore taglio al chiostro del complesso del Carmine (oltre al panificio) e lo spostamento del Vado del Carmine sullo spartitraffico che divide le corsie della strada, a tener tristemente compagnia alle altre due ultime reliquie del castello oggi rimaste, cioè le torri Brava e Spinella, ormai assolutamente estranee al contesto urbano.
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